Girandola di Castel Sant’Angelo – 29 giugno 2017 h. 21.30

Girandola di Castel Sant'Angelo a piazza del Popolo (Pincio) 2016

Girandola 2016 a piazza del Popolo

Sai che a Roma… giovedì 29 giugno, per l’11º anno, torna la Girandola?  Romani e turisti potranno assistere all’incredibile de “La Maraviglia del Tempo“?
La celebre Girandola di Castel Sant’Angelo si tiene nel giorno della festa dei SS. Pietro e Paolo, patroni della Capitale, e recupera una tradizione del XV secolo che fu da subito molto amata e ammirata (scopri la Storia della Girandola di Castel Sant’Angelo).

Dal 2016 purtroppo, lo scenario di questo evento particolarmente amato e suggestivo è stato trasferito in piazza del Popolo, con i fuochi sparati dalla terrazza del Pincio. Senza nulla togliere alla magnificenza della nuova location, sembra davvero un peccato mortale riprendere un’antica tradizione come quella della Girandola, perfezionata da artisti quali Michelangelo e Bernini, e spostarla impunemente. Non credi?

Quest’anno il consueto spettacolo di fuochi d’artificio in sincronia musicale sarà preceduto da  due pre-eventi: una regata sul Tevere organizzata dai circoli storici della città e un’esibizione della Banda dei Granatieri di Sardegna e Reggimento Lancieri di Montebello.

Il programma della Girandola, organizzata dal Gruppo IX Invicta, è il seguente:


PROGRAMMA

ore 17.00 Regata dei circoli storici presso il Ponte Margherita – Banchina Regina Margherita lato Ripetta

ore 20.30 esibizione della Banda dei Granatieri di Sardegna e Reggimento Lancieri di Montebello, entrambi in tenuta d’epoca

ore 21.30 Spettacolo pirotecnico, in sincronia musicale su repertorio di musica classica, allestito sulla terrazza del Pincio.
Il pubblico è invitato ad assistere allo spettacolo da Piazza del Popolo.

Ti ricordiamo infine che in occasione della Festività dei SS. Pietro e Paolo, un’altra tradizione romana (ripristinata dal 2011) è quella dell‘Infiorata in piazza Pio XII.

 

Dove:   piazza del Popolo – Roma

Quando:   giovedì 29 giugno 2017 dalle ore 21.30 (durata circa 20 minuti). Pre-eventi dalle ore 17.00

Web:   www.nonainvicta.it

Ingresso libero

Articoli correlati:

La Girandola di Castel Sant’Angelo

 

Caffè Rosati a piazza del Popolo

rosati-2-150x150Sai che a Roma… tra i caffè storici c’è anche il caffè Rosati in piazza del Popolo?

Benché non sia esattamente tra i caffè più antichi della della capitale, il caffè Rosati in piazza del Popolo ha comunque acquisito lo status di “storico” sia per l’importanza che ha assunto nell’ambiente culturale romano del Novecento, sia per una ormai effettiva sopravvenuta anzianità che è, in ogni caso, di tutto rispetto: l’apertura di Rosati risale infatti al 1922!

Negli ultimi tempi, purtroppo, il caffè Rosati ha spesso raggiunto gli onori della cronaca a causa dei suoi prezzi che, pur considerando la posizione più che privilegiata , risultano davvero eccessivi, lasciando ai clienti l’amara sensazione di essere finiti nell’ennesima trappola per turisti. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa, con 17,55 euro pagati per due caffè e una micro-bottiglietta d’acqua.

Di sicuro sono lontani i tempi in cui  lo sceneggiatore Ugo Pirro, come lui stesso raccontò, poteva sedersi ai tavolini, incontrare Pasolini ed Elsa Morante, e non ordinare neanche un bicchiere d’acqua!

Nonostante la deprecabile caduta di stile del locale, ci sembra comunque il caso di ripercorrere la storia di questo luogo cosmopolita e stimolante, che ha accolto i protagonisti della cultura italiana letteraria ed artistica di gran parte del XX secolo, assistendo alla nascita di dibattiti, idee, soggetti e intere sceneggiature e che ha dato ospitalità alle menti più feconde che si trovavano a Roma.

All’inizio del Novecento, al posto del caffè Rosati, c’era una semplice ma apprezzata latteria, che aveva già inaugurato una tradizione legata alla freschezza e genuinità dei suoi prodotti. Nel 1922 due fratelli acquistarono la latteria, trasformandola. Essi non erano né inesperti, né sprovveduti, in quanto facevano parte di quella famiglia Rosati che aveva già aperto, nel 1911, un caffè (anch’esso caffè Rosati) piuttosto frequentato in via Veneto; ben presto quindi, il loro divenne uno dei caffè più famosi di Roma. Già dagli anni Trenta iniziò ad annoverare, tra i propri affezionati, i pittori della vicina via Margutta e, in qualche occasione, sembra che anche il grande Trilussa abbia sostato tra questi tavoli. Se fino alla metà degli anni Quaranta i luoghi preferiti dagli intellettuali romani erano il caffè Aragno e il caffè Greco, Rosati iniziò ben presto ad affermarsi come una valida alternativa, raggiungendo nel secondo dopoguerra l’apice della popolarità. Uno dei primi letterati che scelsero Rosati come luogo preferito per le proprie riunioni colte fu il poeta Vincenzo Cardarelli. Negli anni Cinquanta  e Sessanta era frequente incontrare Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia con la moglie Elsa Morante, tanti cineasti  e  artisti come Giosetta Fioroni, Angeli, Festa e Schifano. Ancora,

Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini al caffè Rosati di piazza del Popolo Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini al caffè Rosati di piazza del Popolo

Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini al caffè Rosati di piazza del Popolo

nel tempo, citiamo i nomi di Talarico, Mazzacurati, Flaiano, Franco Monicelli, Trombadori, De Chirico, Guttuso, Bartoli, Maccari, Libonati, il gruppo del Mondo, e spesso anche Rossellini. Non era raro trovarci Fellini, che veniva a incontrare Flaiano, Simone de Beauvoir che parlava fitto fitto con Sartre, Carlo Levi, Vittorini, Cascella, Marina Lante della Rovere, Luccichenti, Vittorio Caprioli, Mazzarella, Franca Valeri, Gassman, Bernardo Bertolucci… Questa speciale commistione tra arte, letteratura, cinema ha fatto di questo luogo un polo culturale di primissima categoria. Almeno fino agli anni Settanta, quando iniziò una sorta di decadenza, non solo dei caffè, ma, per certi versi, anche della cultura in generale (e forse non ne è estraneo lo strapotere che sempre più inizierà ad assumere la televisione…). Il pittore Bruno Caruso racconta che Flaiano e Mezzocamino, guardando dalla piazza la nuova clientela di Rosati, composta ormai da giovani capelloni che avevano come massima aspirazione quella di partecipare come controfigura a qualche film western italiano, abbiano commentato, sprezzanti: “Credono di essere noi!”

Da Rosati si andava per l’aperitivo, mentre le signore della buona borghesia si fermavano spesso per un tè pomeridiano o, la domenica mattina, dopo la messa, per comprare le paste (le pastarelle, a Roma!). L’estate, poi, le chiacchierate dopo cena, al fresco del ponentino, magari con un gelato o sorseggiando una bibita, erano quasi un obbligo. All’una e mezza o alle due Rosati chiudeva, ma erano altri tempi, e i tavoli potevano essere lasciati fuori, così discorsi, progetti e discussioni potevano proseguire, tra i più nottambuli, fino alle tre o alle quattro di mattina.

L’interno del locale era, ed è, elegantemente arredato, con ricche boiserie e mobili pregiati. Anche i lavori di ristrutturazione hanno rispettato l’antico allestimento, lasciando ogni cosa esattamente al suo posto, tanto che i mobili sono stati fatti restaurare a Firenze, dove erano stati fabbricati! Il Trombadori non mancò di sottolineare l’evento della riapertura con i seguenti versi:

S’ariapre Rosati, allegramente!

M’ero messo pavura che chiudeva

domani invece ce sarà più gente

de quanta prima già se lo godeva.

In tempi de talento scarseggiante

un Caffè con la Storia su le mano

è un richiamo

‘no specchio stimolante

Un’ultima curiosità, è ancora legata all’eclettico Flaiano e alla sua pungente ironia. Egli infatti diceva che davanti a Rosati c’era sempre una buca con la scritta “Lavori in corso” e che per capire di quali lavori si trattasse, sarebbe stato necessario svelare i segreti politici della città!

Insomma, a restare sempre uguali non sono solo i mobili di Rosati…

 

Potrebbero interessarti anche:

Antico Caffè Greco

Antico Caffè della Pace

 

 

La Girandola di Castel Sant’Angelo – 29 giugno

Girandola di Castel Sant'AngeloSai che a Roma… per la festa patronale dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, a partire dal 2008 è stata riportata in vita la tradizione della Girandola di Castel Sant’Angelo?
Straordinari fuochi d’artificio partono da Castel Sant’Angelo e si specchiano sul fiume, regalando ai Romani e ai fortunati turisti che possono assistervi uno spettacolo davvero indimenticabile.
Attenzione: dal 2016, a dispetto della tradizione, la Girandola viene organizzata in piazza del Popolo, con i fuochi che partono dalla terrazza del Pincio. Solo a Roma la Girandola di Castel Sant’Angelo si fa a piazza del Popolo!

L’origine di questa tradizione risale al XV secolo e più precisamente al 1481, quando fu introdotta per celebrare e dare fasto al pontificato di Sisto IV, che volle poi iniziare a usare la Girandola di Castel Sant’Angelo per festeggiare gli eventi solenni che si svolgevano a Roma. Ad occuparsi della manifestazione, troviamo nomi importanti, che ci danno subito l’idea della dimensione e della spettacolarità che l’evento ricopriva: furono infatti artisti come Michelangelo, Bernini e Vespignani a ideare ed elaborare, perfezionandola, questa pioggia di fuoco che strabiliò e che continua a strabiliare chiunque vi assista. E non a caso la Girandola, già all’epoca, richiamava spettatori provenienti da tutta l’Europa. Ne parla Charles Dickens, mentre Piranesi la raffigura nelle sue stampe e Giuseppe Gioachino Belli le dedica addirittura un sonetto (lo riportiamo qui sotto).

La Girandola continuò a estasiare il pubblico fino al 1886 (1861 o 1870 secondo altre versioni, ma questa sembra la più attendibile), quando lo spettacolo dovette essere sospeso a causa dei danni e delle lesioni che le ripetute esplosioni provocavano alle decorazioni (stucchi e pitture) delle sale sottostanti la Terrazza dell’Angelo. E’ divertente scoprire che la passione per lo spettacolo era tale da sacrificare anche i documenti curiali conservati nell’Archivio Pontificio: parte di essi furono infatti sacrificati senza indugio per realizzare i cartocci di polvere pirica!

Dal 2008 questo tripudio di luci e colori è stato riportato in vita seguendo una accurata ricostruzione filologica, effettuata dal cav. Giuseppe Passeri del Gruppo IX Invicta: le stesse miscele dei fuochi, che si iniziano a preparare già da marzo, sono realizzate secondo le prescrizioni e le formule dei maestri del Rinascimento. La tradizione però si accompagna alla più moderna tecnologia, con sofisticate centraline radio che permettono il controllo dell’accensione dei fuochi in completa sicurezza. Così lo stesso Passeri parla dello spettacolo della Girandola di Castel Sant’Angelo: “La Girandola da sempre è palcoscenico in cui i più grandi geni di architettura, scenografia e ingegneria si esibiscono anno dopo anno. Attività pirotecnica a Roma è armonia, mescolare effetti. Non si tratta del solito fuoco di paese, il quadro pirotecnico cambia ogni minuto, praticamente uno spettacolo mai visto. Ho fatto di tutto per rendere possibile la rievocazione di questo spettacolo, c’è grande sensibilità verso questo evento proprio perché si differenzia da tutte le altre manifestazioni ed è unica nel suo genere”.

La Girandola del 2017 a piazza del Popolo. Post di Alessandro Calabresi

Una prima rievocazione “pilota” fu in realtà eseguita, sempre dal Passeri, già nel 2006, quando la Girandola fu organizzata sul Colle Vaticano per celebrare i 500 anni dall’istituzione della Guardia Svizzera Pontificia. Esperimento riuscito! 

Nel 2016 e nel 2017 però, per qualche strano motivo, si è deciso di allestire la tradizionale Girandola invece che a Castel Sant’Angelo, sulla terrazza del Pincio, con il pubblico radunato in piazza del Popolo. Sicuramente suggestivo, ma… niente più a che vedere con la tradizione!

Altra tradizione legata alla festività dei SS. Pietro e Paolo e che dal 2011 è stata recuperata è quella dell‘Infiorata.