Tazza D’Oro. La Casa del Caffè al Pantheon

tazza-doro-ingressoSai che a Roma… puoi gustare il caffè direttamente in un’antica  torrefazione, a un passo dal Pantheon?
Stiamo parlando del Caffè Tazza d’Oro, “La casa del Caffè”, in via degli Orfani, 84. Non a caso si tratta di uno dei bar più famosi di Roma, sia per la qualità dei suoi prodotti che per l’atmosfera storica.

La torrefazione Tazza d’Oro fu fondata nel 1946 da Mario Fiocchetto de Saint Arnaud, il quale già dai primi del Novecento aveva altri tre caffè su via Nazionale, ma che grazie a questo nuovo locale entrò definitivamente nella Storia di Roma. A quei tempi il caffè veniva importato crudo direttamente dai paesi d’origine, senza intermediari, e il signor Mario, con passione e serietà,  iniziò una lunga serie di viaggi in sud-America per conoscere di persona i coltivatori di caffè e per selezionare i chicchi migliori. Quando tornò a Roma, era ormai un vero esperto di caffè, al punto di creare egli stesso una miscela, “La Regina dei Caffè”, che è tutt’oggi una delle più apprezzate nel mondo. La passione di Mario si è trasmessa per 4 generazioni, ognuna delle quali ha contribuito a perfezionare la miscela originaria, e ancora oggi Natalia Fiocchetto porta avanti questa “aromatica” tradizione.

Il Caffè Tazza d’Oro è molto frequentato, sia per la sua posizione che per i suoi prodotti rinomati, ma anche perché, passeggiando per la piazza del Pantheon o per i vicoli circostanti, è proprio il profumo del caffè tostato che porta dritti dritti fino al locale! Infatti tra i frequentatori c’è una grande varietà: esponenti politici, professionisti, casalinghe, attori, turisti, artigiani… A volte i turisti lamentano l’assenza di tavoli, che li priva della possibilità di indugiare nelle sale che conservano ancora l’allestimento degli anni Cinquanta e un’atmosfera esotica e retrò, ma in fondo l’abitudine del caffè al banco è tipicamente italiana, e dopo un primo momento di smarrimento, anche loro iniziano ad apprezzarla!

Rispetto all’origine del nome “Tazza d’Oro”, la tradizione vuole che il fondatore non abbia assolutamente voluto legare il marchio al nome di famiglia, ritenendo che una simile strategia fosse troppo svilente per il caffè, che lui amava e rispettava, e troppo autocelebrativa! Il riferimento a una tazza d’oro gli sembrò invece un buon modo per diffondere e comunicare l’eccellenza della sua produzione.Tazza-doro-bilancia

Tra le specialità servite nell’area bar, oltre ai 10 diversi tipi di caffè, la più celebre è sicuramente la granita di caffè, normalmente servita con panna sopra e sotto e a prezzi che, considerata anche la zona, risultano più che onesti. Bisogna però ricordare anche la cosiddetta Monachella, un caffè in tazza grande ricoperto di panna montata, o ancora il Parfait de Cafè, ancora preparato secondo l’antica ricetta, recuperata dopo un periodo in cui la produzione del gustoso semifreddo era stata interrotta.

Anche gli appassionati di tè, comunque, non resteranno delusi, perché per loro è presente una vasta gamma di scelta, con tè rari e pregiati provenienti dalla Cina, dall’India e dal Giappone.

Nell’area destinata alla vendita, sarà facile perdersi tra il profumo e il fascino delle 27 miscele di caffè, i vari tipi di tè, il caffè crudo venduto in grani. Puoi acquistare caffè torrefatto, macinato o anche in cialde (chiamate “Cialde Reginella”), immergendoti nel fascino delle drogherie di una volta e scoprendo le antiche macchine da tostatura. Altri prodotti, consigliatissimi anche per fare dei regali originali, sono poi i chicchi di caffè ricoperti di cioccolata, il tipico liquore al caffè chiamato “Aroma di Roma”. E, ovviamente, sono in vendita anche le tazzine con il marchio Tazza d’Oro, diventate ormai quasi un oggetto di culto!

Insomma, sai che a Roma… questo è proprio un posto da non perdere?

 

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Il Teatro dei Torlonia

teatro di villa torloniaSai che a Roma… il teatro di Villa Torlonia è tornato a risplendere? La prima cosa che colpisce entrando in questo teatro è l’atmosfera fiabesca, sospesa nel tempo, le sculture, le pareti affrescate, la ricchezza di ogni dettaglio. Si avverte un senso di meraviglia per avere scoperto un luogo segreto e incantato nel centro della città. Questa sensazione è poi il filo conduttore, il leit motiv che pervade tutta Villa Torlonia, a cominciare da quel posto magico che è la Casina delle Civette.

Gli splendidi affreschi della volta del teatro sono di un artista sconosciuto ai più in Italia, ma talmente famoso negli Stati Uniti da meritarsi l’appellativo di Michelangelo D’America. Questo è il soprannome dato a Costantino Brumidi, ricordato per aver affrescato la cupola del Campidoglio a Washington, dove morì a 75 anni per una caduta da un’impalcatura.

Il teatro  fu commissionato nel 1840 come regalo di nozze del principe Alessandro Torlonia per la moglie Teresa Colonna. Il progetto fu affidato all’architetto Quintiliano Raimondi che iniziò i lavori nel 1841, ma a causa della sua morte nel 1848 e di problemi familiari del principe, il teatro fu inaugurato solo nel 1874, in occasione del matrimonio della figlia di Alessandro, Annamaria, con il principe Giulio Borghese. Raimondi combina stili diversi, realizzando qualche cosa di unico nel suo genere, con il corpo centrale ispirato alla classicità del Pantheon, il palcoscenico con sfondo apribile sul parco, e con finti spettatori sulle pareti laterali. Era un  teatro privato, con poche poltrone destinate a un pubblico ristretto, e con gallerie decorate con colonne in legno a imitare il marmo, e con la volta elegantemente affrescata. Adiacenti alle gallerie c’erano salotti dove gli spettatori potevano intrattenersi durante gli intervalli o dove il principe invitava la nobiltà romana durante le sue serate mondane. Il teatro di Villa Torlonia ospitò una rappresentazione pubblica solo una volta, la prima e unica, nel 1905, voluta dal giovane Giovanni Torlonia, nipote di Alessandro . Poi la guerra, l’occupazione anglo americana (1944-1947), ne hanno decretato il definitivo abbandono. Tutto il complesso della villa  fu acquisito dal Comune di Roma nel 1978. Finalmente, dopo un lungo restauro, il teatro è entrato a far parte della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea.

Diverse sono le iniziative previste nel corso dell’anno, e in particolare, almeno fino al 31 maggio 2014, visite guidate. Le visite sono previste alle 11.30 e alle 16.30 nei giorni di sabato, domenica e dei festivi e alle ore 11.30 nei giorni feriali dal martedì al venerdì (lunedì chiuso).

Prenotazione obbligatoria delle visite al numero 060608, costo € 5. Teatro di Villa Torlonia  – Via Spallanzani, 5

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La pioggia di petali al Pantheon 8 giugno

Sai che a Roma… al Pantheon piovono petali?
Succede nel giorno della festività della Pentecoste, e si tratta di una celebrazione molto antica, esistente già nell’Altomedioevo e, sembra, da far risalire addirittura al 13 maggio del 609 d.C., anno in cui il Pantheon fu donato dall’imperatore Foca a papa Bonifacio IV e dedicato a Sancta Maria ad Martyres. Durante la messa papale della Pentecoste, dal cosiddetto oculus della cupola del Pantheon, ovvero Santa Maria ad Martyres, si faceva cadere sui fedeli una pioggia di petali di rosa, a simboleggiare la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli.

A partire dal 1995 questa tradizione è stata recuperata, ma al giorno d’oggi la suggestiva pioggia di petali non avviene più durante la cerimonia, bensì al termine della funzione delle 10.30 (e quindi tra le 11.30 e le 12.00).

A rendere possibile questa meraviglia che incanta romani e turisti è il sapiente intervento dei Vigili del Fuoco, che dopo essere saliti in cima alla cupola (43,44 metri di altezza) lasciano scendere sui fedeli migliaia di petali di rose rosse, che poeticamente rappresentano le fiammelle con cui, secondo le Scritture, si era manifestato lo Spirito Santo. Per arrivare fino all’apertura (9 metri di diametro) che caratterizza la copertura di uno dei monumenti più famosi del mondo, i Vigili utilizzano scale interne e passaggi angusti, trasportando i sacchi di tela che contengono circa 7 milioni di petali di rose offerte dal Comune di Giffoni Valle Piana (SA).