I "Nasoni" con le ciotole

20130810-021037Sai che a Roma… arrivano le ciotole da “nasoni”? Sulle fontanelle piú famose del mondo, dall’8 agosto 2013 Roma Capitale ha iniziato a far applicare delle ciotole che permettono a cani e gatti di dissetarsi comodamente. Le prime cinque fontanelle che offrono ai nostri amici a quattro zampe il “servizio bar” sono in via dei Cerchi (piazza Sant’Anastasia), piazza Locatelli, piazza Cairoli, piazza Monticelli e piazza San Paolo. Già ieri peró alla lista se ne sono aggiunte altre 15, tutte del Centro Storico. Nuove installazioni sono in programma a settembre, per cercare di servire quante piú zone possibili.

In ogni caso, questa particolare attenzione agli animali, non è per Roma una novità assoluta: risale al 1940 infatti una speciale fontanella realizzata apposta per i cani. Leggi la storia: il bar del cane

Preoccuparsi degli animali è senza dubbio un bell’atto di civiltà, ma noi abbiamo qualche domanda…
Più di una volta ci è capitato di vedere cani bere senza nessun problema, dai Nasoni, direttamente dal flusso dell’acqua corrente; quindi, queste ciotole servono davvero? E chi si occuperà di tenerle pulite? E non ci sono rischi per la salute degli animali, se bevono tutti dalla stessa ciotola? E cosa succede quando i nostri amici, per bere, devono praticamente infilare la testa sotto l’acqua, visto che la ciotola si trova direttamente sotto il getto del Nasone?

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Nuove scoperte archeologiche lungo la via Prenestina

Immagine da roma.corriere.it (Foto Mario Proto)

Immagine da roma.corriere.it (Foto Mario Proto)

Sai che a Roma… presente e passato continuano a intrecciarsi?
Questa volta siamo in via Prenestina 911, zona Tor Sapienza, in un’area di cantiere in cui dovrà essere realizzato un autosalone per conto di Valentino Auto, proprietario dell’area.  Google Maps, grazie alla sua street-view risalente a dicembre 2011, ci mostra il vecchio padiglione industriale abbandonato che si trovava qui prima che iniziassero i lavori.

Gli scavi hanno permesso di riportare alla luce 6 mausolei monumentali a pianta quadrata databili alla prima età imperiale (I-II secolo d.C.), numerosi frammenti di decorazioni architettoniche, un tratto di strada basolata e un cimitero di 114 tombe, sia a inumazione che a incinerazione. Non tutte le sepolture erano in buono stato stato di conservazione, in quanto alcune avevano subito danneggiamenti già in epoca antica. In altre però, le ossa si trovavano ancora in connessione e spetterà ora agli antropologi raccontarci, a partire dallo studio degli scheletri e delle deposizioni, la storia e le credenze di questi nostri antenati della Prenestina.

Immagine da Google Maps

Immagine da Google Maps

Le scoperte risalgono al mese di marzo, e le indagini sono proseguite in totale riservatezza fino a pochi giorni fa, quando la Soprintendenza ha confermato la scoperta.

Alla vicenda puramente archeologica si è unito, peraltro, un “caso” che ha suscitato un po’ di trambusto: mentre era in servizio infatti, una pattuglia dei Vigili Urbani ha notato alcuni reperti appoggiati presso il gabbiotto della ditta incaricata dei lavori. Sospettando di trovarsi di fronte a uno scavo clandestino, gli agenti hanno fatto scattare ulteriori controlli e accertamenti, finché la vicenda non è stata chiarita, anche grazie all’intervento della stessa Soprintendenza.

Nonostante la presenza di cimiteri e mausolei sia piuttosto frequente a lato delle grandi vie consolari antiche, questo ritrovamento appare comunque di grande importanza, soprattutto in riferimento alla complessità del sistema di sepolture emerso, e sottolinea ancora una volta quanto ampio sia il potenziale archeologico di tutta l’area romana, dai grandi ai piccoli centri, passando per le aree periferiche senza soluzione di continuità.

Immagine da romadailynews.it

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Un piccolo Colosseo ritrovato a Genzano

 

Un piccolo Colosseo ritrovato a Genzano

Foto di Luciano Sciurba, tratta da foto.leggo.it

Foto di Luciano Sciurba, tratta da foto.leggo.it

Sai che a Roma… ed esattamente a Genzano, il Colosseo fa il bis?

Sí, perché è proprio a Genzano che è stato ritrovato un anfiteatro decorato con marmi pregiati arrivati da tutto Mediterraneo e di proprietà dell’imperatore Commodo. La struttura misura circa 50 x 40 metri, con l’arena di 35 x 24. Stiamo parlando di una costruzione che poteva contenere piú di 1300 persone (tanto per avere un riferimento, calcola che il Colosseo di Roma poteva ospitare 70.000 spettatori in una struttura di m 188 x 156) e in cui era presente anche un palco imperiale.

La scoperta è avvenuta all’interno del complesso della cosiddetta Villa degli Antonini, la residenza imperiale esistente nel territorio dell’antica Lanuvio, dove nacquero Marco Aurelio e Commodo. Qui, dal 2010, il Center for Heritage and Archaeological Studies della Montclair University (USA), in collaborazione con il comune di Genzano, sta conducendo uno scavo didattico che continua a rivelarsi molto proficuo. Dopo una prima fase di scavo, in cui sono stati riportati alla luce alcuni ambienti termali, l’attenzione degli archeologi si è concentrata su alcune murature curvilinee che davano origine a una struttura ellittica. Le indagini sono quindi proseguite con l’ausilio del georadar, un’apparecchiatura non invasiva che, opportunamente utilizzata, consente, evidenziando le “anomalie” nella propagazione degli impulsi elettromagnetici inviati, di acquisire importanti informazioni su quello che è possibile trovare sotto la superficie terrosa. Ciò che è emerso è quello che è stato già ribattezzato come “il piccolo Colosseo“, databile alla metà del II secolo d.C.

 

Foto di Luciano Sciurba, tratta da foto.leggo.it

Foto di Luciano Sciurba

Ricchissima si presenta la decorazione parietale, con un vasto campionario di marmi, dal giallo antico al granito rosa, dal serpentino al greco scritto e al pavonazzetto. I pavimenti non sono da meno, con mosaici costituiti da tessere in pietra e in pasta vitrea, e addirittura tessere di vetro ricoperte in foglia d’oro. Sotto l’arena, una scala elicoidale porta a un livello inferiore che, per analogia con il Colosseo di Roma, è plausibile pensare che fosse utilizzato per le macchine sceniche che dovevano rendere lo spettacolo ancora più grandioso.

La ricchezza della decorazione, del resto, doveva essere all’altezza di un imperatore: questo sembra infatti essere l’anfiteatro di cui ci parla l’ Historia Augusta, voluto e utilizzato da Commodo per cimentarsi nei combattimenti gladiatori di cui era appassionato.

Infine, a giudicare dalla presenza di di un canale sotterraneo che segue tutto il perimetro dell’arena, sembra che la struttura potesse essere utilizzata anche per le naumachie (battaglie navali). Questa però, al momento, è solo un’ipotesi, quindi non ci resta che aspettare con trepidazione la prosecuzione degli scavi!

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