E’ un piccolo vulcano il soffione di Fiumicino

vulcano-fiumicinoSai che a Roma… ora abbiamo anche un vulcano?

Sabato scorso (24 agosto 2013) è spuntato un soffione nella rotatoria di via Coccia di Morto a Fiumicino. Si era pensato a una sorta di geyser, poi era stato interpretato come una sacca di anidride carbonica. Si è continuato a monitorare la zona e ora, nonostante l’intensità del getto si sia ridotta, il diametro della buca si è allargato: siamo di fronte a un piccolo vulcano, da cui escono anidride carbonica, gas metano e ora anche del fango grigio e denso, mentre l’odore è quello tipico delle zone solforose. In pratica, è la stessa composizione che è cambiata, mentre i getti emessi raggiungono i 3 metri di altezza.

“Vulcanetto di fango”: così lo ha definito Maria Luisa Carapezza, vulcanologa dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dell’università Roma Tre.

 

Geologi e vulcanologi, insieme ai tecnici dell’Arpa e alla Protezione Civile, continuano a tenere sotto controllo il fenomeno e ritengono che a far emergere questo mini-vulcano possa essere stato uno smottamento del terreno. E chissà cos’altro verrà fuori…

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Misteriosi geyser a Fiumicino

 

Un antico Hortus Urbis a Roma

hortus-urbis2Sai che a Roma… puoi visitare un orto antico?
All’interno del Parco regionale dell’Appia Antica, lungo il corso dello storico fiume Almone, gli amici di Zappata Romana hanno dato vita all’interessantissimo progetto di Hortus Urbis, che prevede la ricostruzione di un orto in perfetto stile antico romano.

Sulla base di accurate ricostruzioni storiche, fatte a partire dai testi di Columella, Plinio il Vecchio, Catone e Virgilio o addirittura da quanto emerso dagli scavi di Pompei, moltissime delle piante che duemila anni fa accompagnavano la vita dei nostri antenati e che oggi risultano pressoché dimenticate sono state selezionate e piantate in questo suggestivo spazio. Si tratta di piante di vario genere, sia ornamentali che da utilizzare in cucina, o ancora medicinali o simboliche: il pungitopo, per esempio, che proprio per le sue estremità aguzze e pungenti veniva piantato dagli antichi romani all’ingresso delle proprie abitazioni per bloccare gli spiriti malvagi ed evitare che si introducessero nelle case. L’achillea millefolium invece era la pianta che non poteva mancare durante i combattimenti militari (e per questo è detta anche erba militare), in quanto era considerata una eccellente fonte di energia; ancora, la ruta serviva ad aromatizzare i liquori, mentre il coriandolo aveva moltissime applicazioni, sia come insaporitore nella cucina di tutti i giorni che come conservante, o anche come cura per il mal di testa. Molto usata dai legionari era la margherita pratolina,hortus-urbis1 il cui succo aveva effetti benefici sulle ferite da taglio. La digitale rossa era utilizzata per il cuore e l‘Hyssopus officinalis contro i pidocchi. Sono circa 70 le varietà di piante che potrai scoprire nell’Hortus Urbis dell’Appia Antica, e il bello è che è possibile partecipare al progetto in prima persona, contattando Zappata Romana.  Le 16 aiuole quadrate che coprono uno spazio di 225 mq sono gestite da un nutrito gruppo di volontari, e nell’area sono presenti anche un semenzaio e un allevamento di lombrichi, ma è previsto anche l’impianto di un frutteto e di un roseto, sempre ispirati alla tradizione antica.

Durante la buona stagione, che fortunatamente a Roma è piuttosto prolungata, la domenica l’orto è aperto a tutti, e vengono organizzate anche numerose attività didattiche sia per adulti che per bambini.

E pensa che tutto questo è nato su uno spazio pubblico che era completamente abbandonato!

Per conoscere tutte le iniziative organizzate presso l’Hortus Urbis, ti consigliamo di tenere sotto controllo il sito www.hortusurbis.it e il calendario degli eventi dell’Hortus Urbis.

Buona zappata a tutti!

Indirizzo: Presso l’ex Cartiera Latina, via Appia Antica, 42 o 50

Info: hortus.zappataromana@gmail.com

Web: www.hortusurbis.it   http://www.parcoappiaantica.it

Facebook: Pagina facebook

 

 

Misterioso geyser a Fiumicino

vulcano-fiumicinoSai che a Roma… sono ancora ignote le origini di un soffione alto fino a 5 metri che si è improvvisamente manifestato, nella notte tra il 23 e il 24 agosto, nella zona di Fiumicino?

Siamo in via Coccia di Morto a Fiumicino, presso l’Areoporto Leonardo Da Vinci, al centro della nuova rotatoria. Tre squadre di tecnici, l’Arpa Lazio e il nucleo speciale Nbcr (Nucleo Rilevamento Batteriologico e Chimico) dei Vigili del Fuoco sono al lavoro già da qualche ora, nel tentativo di comprendere l’origine di questo geyser e interromperlo. L’odore emanato è forte, simile, a quanto riferiscono i residenti della zona, allo zolfo. L’amministrazione comunale parla di “fenomeno naturale” dovuto a una sacca di anidride carbonica. Effettivamente, dopo i primi timori che potesse trattarsi di esalazioni nocive, specie se respirate da vicino e per un tempo prolungato, sembra che questi soffioni derivino da una sacca di anidride carbonica, con idrogeno solforato e una piccola percentuale di gas metano.

Aggiornamento:Sembra ormai accertato che le esalazioni non siano costituite da biogas, come riportato invece in precedenza da alcuni giornali (e anche da noi…), ma di gas di origine profonda.
Il fenomeno si sta esaurendo, e in ogni caso, continua il monitoraggio dell’area.
Del tutto improbabile l’ipotesi che a favorirne la risalita possano essere stati i carotaggi (campionamenti di terreno prelevati in profondità) effettuati nei giorni scorsi e funzionali alla progettazione di un contestatissimo sottopasso del Tevere. Piuttosto, sembra che le emissioni possano essere state facilitate da lavori, effettuati proprio nella rotonda, per la messa a noma di alcune condutture dell’Italgas e nel corso dei quali si sono compiute perforazioni piuttosto profonde.

Continua intanto l’osservazione degli esperti, mentre all’equipe si sono aggiunti anche i vulcanologi Franco Barberi e Marcello Caparezza.

Aggiornamento 26 agosto: Continua ad essere monitorata la fuoriuscita di gas al centro della rotatoria di via Coccia di Morto: l’area è stata transennata e una recinzione coprente alta circa 2 metri evita che i curiosi, passando, possano causare rallentamenti al traffico. La fuoriuscita di gas si è ormai notevolmente ridotta, ma i controlli e la presenza di Vigili urbani e Protezione Civile si protrarranno anche nei prossimi giorni.

Attenti alle "truffe stradali"!

bassottoSai che a Roma… sul Grande Raccordo Anulare e sulla Roma-Fiumicino è attiva una coppia di truffatori?
Sembra che i due, un uomo e una donna, lancino dei sassi alle vetture, cercando poi di fermarle affermando che la loro auto sia stata colpita da quella della vittima del raggiro. Mentre uno di loro parla con l’automobilista, l’altro finge di controllare la parte della macchina che avrebbe colpito la loro, tingendola in realtà con della vernice (del colore della loro auto) per rendere più credibile la loro storia. Il passo successivo, ovviamente, è quello di cercare di ottenere subito dei soldi in contanti, evitando sia di coinvolgere l’assicurazione (il cui premio poi aumenterebbe), che di perdere tempo aspettando l’arrivo dei Vigili.

Alla Polizia stradale sono pervenute varie segnalazioni, e in base all’identikit ricostruito in base alle testimonianze, in questi giorni gli agenti stanno dando la caccia ai due imbroglioni.

Purtroppo non siamo in grado di dirti che auto sia quella utilizzata dalla coppia, ma in realtà questo dettaglio non è molto significativo, perché truffe di questo genere sono piuttosto frequenti. Cogliamo solo l’occasione per ricordarti di fare attenzione, e, in caso di incidente reale o presunto, chiamare immediatamente le forze dell’ordine, evitando anche di scendere dalla macchina, perché tra i tanti tipi di “raggiri stradali” c’è anche quello che prevede che appena il guidatore scende dalla macchina lasciandola incustodita, un complice dell’altro automobilista intervenga immediatamente per rubare cellulari, portafogli e ogni oggetto di valore che potrebbe trovarsi all’interno dell’abitacolo (se non  la macchina intera!).

Già che siamo in tema, vogliamo informarti anche di un altro pericoloso stratagemma di cui abbiamo sentito parlare: qualcuno tira delle uova sul parabrezza delle auto in transito: azionando i tergicristalli e lo spruzzatore d’acqua, si forma una patina collosa che impedisce completamente la visibilità. A quel punto il guidatore (molto spesso i bersagli sono donne…) è costretto a fermarsi e a scendere per pulire il vetro, e i malintenzionati hanno così gioco facile per furti, rapine o aggressioni.

Quindi, lo ripetiamo, attenzione. Informa più persone che puoi, e non farti fregare!

 

Il bar del cane

20130810-014853Sai che a Roma… esiste il bar del cane?
Il “bar del cane” è il soprannome dato a una piccola fontanella, situata sì, sulla centralissima via Veneto (di fronte all’Ambasciata degli Stati Uniti), ma che finisce immancabilmente per passare inosservata.
La fontanella è un esempio di stile razionalista del Novecento, e la leggenda racconta che essa sia stata voluta da Mister Charlie, proprietario (frequentatore, secondo altre versioni) del vicino caffè ABC, che prima della Seconda Guerra Mondiale si trovava all’interno dell’hotel Ambasciatori (il vero nome del Caffè era Gui Bar, ma era piú noto con il soprannome di ABC). Egli infatti avrebbe avuto la necessità di far bere i suoi cani mentre lui era all’interno del locale. Quanto fosse una trovata stravagante per pubblicizzare il locale e quanto rispondesse invece a una reale esigenza, resta da vedere…! Fatto sta che la fontanella del cane, alimentata dall’Acqua Marcia, fu realizzata nel 1940, a beneficio dei cani che trotterellavano lungo la strada che poco dopo sarebbe diventata il fulcro della Dolce Vita, e che potevano così trovare, al pari dei loro padroni, un luogo dove ristorarsi e sostare. Essa è composta da una vasca che raccoglie l’acqua ai piedi di una nicchia, mentre nella parte superiore è presente un riquadro nel quale si affaccia un cane, mostrando il muso e le zampe anteriori, sotto le lettere ABC, che, al di là degli elementi più dubbi del,a leggenda, confermano comunque il legame della fontanella con il bar.
Oggi purtroppo la fontana non è più funzionante e i nostri amici quadrupedi non hanno più il loro bar!

Questo articolo è apparso la prima volta su www.romanuda.blogspot.it