Cross the Streets – Street Art & Writing al MACRO

Cross the Streets. Street Art in mostra al MACROSai che a Roma… con la mostra Cross the Streets il MACRO racconta 40 anni di Street Art e Writing?

Con questa mostra (dal 7 maggio al 1° ottobre 2017) gli spazi del museo mirano a storicizzare il fenomeno della Street Art e del Writing, ripercorrendone l’evoluzione da simbolo di controcultura a vero e proprio movimento artistico. Un movimento che include stili e tecniche diversi, dai graffiti agli stencil e alla fotografia, arrivando a diventare un’importante fonte di ispirazione per molti settori della vita contemporanea, come la moda, la pubblicità, la musica e il cinema.

Paulo Lucas von Vacano, ideatore e curatore di Cross the Streets, afferma che “La rivoluzione avviene quando la strada entra nel museo e il museo si trasferisce nella strada. Chi sopravvive alla strada governa il mondo!”. Ma bisogna anche ricordare che sulla compatibilità tra Street Art e Museo, non tutti gli street artists sarebbero d’accordo… (per esempio l’artista Blu nel 2016 ha scelto di cancellare le proprie opere dai muri di Bologna per protestare contro la privatizzazione e mercificazione della creatività, incarnate in una mostra sulla street art organizzata a Palazzo Pepoli).

Nell’indagare il potere espressivo, la forza mediatica e la capacità magnetica di questa forma espressiva, Cross the Streets ne ripercorre la storia, con uno zoom particolare sull’evoluzione del graffitismo romano.

Le opere esposte sono più di 200 e comprendono i lavori di artisti come Mike Giant, WK Interact, Sten and Lex, Will Barras, Cope2, Jeremy Fish, Doze Green, Roa, Chaz, Swoon, Fafi, Koralie, Bo130, Miss Van, Hyuro, Microbo, Galo, 2501, Invader, Moneyless, Giacomo Spazio, Solomostry, Shepard Fairey, Agostino Iacurci, Diamond, Lucamaleonte e Mosa One, tra gli altri.
Il movimento del  pop surrealism è invece rappresentato dai lavori di Ray Caesar, Marion Peck, Mark Ryden, Camille Rose Garcia, Yosuke Ueno, Kazuki Takamatsu, and Ron English’s toys.

La mostra è divisa in 4 sezioni.
In Street Art Stories, all’ingresso, si ripercorre la nascita e l’evoluzione del movimento attraverso alcune rappresentative opere di autori quali WK Interact, presente con un’installazione site specific di 14 metri, Invader (suoi i famosi mosaici che nel 2010 colorarono i muri di Roma), Obey the Giant (vero nome Shepard Fairey), il cui Middle East Mural viene esposto per la prima volta in Europa).

Keith Haring Palazzo Esposizioni Roma

L’opera di Keith Haring sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni a Roma

Keith Haring Deleted è una sezione fotografica (foto di Stefano Fontebasso De Martino) dedicata a due interventi artistici realizzati da Keith Haring a Roma, ma purtroppo irrimediabilmente cancellati. Si tratta delle opere realizzate sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni (1984) e sui pannelli trasparenti che affiancano la linea della metropolitana A nel punto in cui attraversa il Tevere. La prima opera fu cancellata in occasione della visita del presidente russo Gorbaciov a Roma nel 1992, mentre la seconda fu fatta cancellare addirittura nel 2000, perché occultava la vista del Tevere. Sempre consapevoli e lungimiranti, gli amministratori capitolini…! 
La sezione Writing in Rome 1979-2017 è stata pensata invece per approfondire lo stretto rapporto esistente fra la città di Roma e il mondo dei graffiti e del writing, anche considerando che Roma ospitò, nel 1979, la prima mostra di graffiti che si tenne fuori dagli Stati Uniti (galleria La Medusa). Qui sono esposte anche alcune opere di Lee Quinones e Fab 5 Freddy , che per quasi 40 anni sono state credute disperse. Interessante ricordare anche come Roma, almeno fino alla metà degli anni ’90, fosse una delle metropoli più ambite dai writers internazionali. Sai perché? Perché, a differenza di quanto avveniva nelle altre città, i vagoni della metropolitana su cui gli artisti realizzavano le loro opere non venivano ripuliti! I pezzi realizzati, quindi, potevano avere una lunga vita e, di sicuro, qualcuno sopravvive ancora oggi! 
Per finire, Fuck you All rende omaggio ai grandi eventi che hanno accompagnato e segnato in modo indelebile la costituzione di questo movimento, come ad esempio la nascita dell’Outdoor Festival e la mostra Fuck You All  di Glen Friedman (1998) le cui opere sono qui esposte. 

Tra gli appuntamenti che avranno luogo durante la durata della mostra Cross the Streets, segnaliamo quello del 20 maggio, quando l’artista JBRock realizzerà un raro esempio di art sharing durante l’evento speciale intitolato “The Moleskine Black Wall“. L’opera, “Moleskine, il tuo universo”, verrà prodotta su un muro di 12 metri composto da 960 classici taccuini Moleskine. Gli stessi usati correntemente dai writers per preparare gli sketch dei loro lavori e chiamati appunto Black Book.

Dal 14 maggio, poi, sarà in programma la Sky Arte Arena, ovvero 10 proiezioni dedicate alla street art che si terranno all’interno dell’auditorium di Odile Decq. Verranno presentate opere come Dismaland – La giostra crudele di BanksyGraffiti a New York e Ronnie Cutrone – Everything is a cartoon for me. L’ingresso alle proiezioni è gratuito per il pubblico in possesso del biglietto di ingresso alla mostra.

Di seguito, una gallery con alcune delle opere esposte nel corso di Cross the Streets:

 

 

Obey Giant (Shepard Fairey) – Middle East Mural

 

Camille Rose Garcia – “Animals talk at midnight”

 

Sten-Lex

 

Kazuki Takamatsu – “Get information from cats”

 

Koralie – “Batgirl”

 

Nick Walker – “38 Pigtails”

 

Mark Ryden – “Bear Girl”

 

Miss Van – Untitled

 

Nick Walker

 

Obey Giant (Shepard Fairey) – “Obey comandante 1”

 

Pax Paloscia

 

Obey Giant (Shepard Fairey) – “Lenin money”

 

Obey Giant (Shepard Fairey) – “Giant Stalin”

 

Obey Giant (Shepard Fairey) – “The Don”

 

Swoon

 

WhyStyle

 

WhyStyle

 

WK Interact – “Jump out”

 

Dove: MACRO (Museum of Contemporary Art) di via Nizza, 138

Quando: dal 7 maggio al 1° ottobre 2017

Orari: da martedì a domenica, 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il lunedì.

Biglietti: 10 euro (9 euro per i residenti nel territorio di Roma Capitale). Previste riduzioni.

Web: vai al sito

Info: +39 060608 (tutti i giorni ore 9.00-19.00)

GRAArt: Street Art lungo il Raccordo

GRAArt, Maupal - Obelisco nasone work in progressSai che a Roma… con GRAArt il Grande Raccordo Anulare si trasforma in Art Gallery?

Già, perché grazie a questa iniziativa ben 10 luoghi, selezionati lungo il percorso del raccordo, vengono riqualificati grazie alla Street Art. Svincoli, sottopassaggi o discariche abusive, non importa. Grazie a GraArt e all’impegno dell’Anas e del MiBACT questi angoli desolati di periferia si trasformano in “luoghi naturali per lo sviluppo dell’arte contemporanea”, assicura il ministro Franceschini.

Il merito del progetto va allo street artist Diavù (David Vecchiato), quello delle donne sulle scalinate di Roma, per capirci, dei ritratti di Anna Magnani, Pasolini e Monica Vitti. Direttore artistico di GRAAr, Diavù è anche l’ideatore del progetto MURo (Museo di Urban Art di Roma), fondato sul concetto di un museo completamente integrato nel tessuto sociale e nello spirito dei luoghi. E, in un certo senso, possiamo considerare MURo come il papà di GRAArt.

I 10 murales di GRAArt, realizzati da artisti italiani e internazionali, si ispirano a storie e miti locali, mettendo in rilievo il legame del GRA con il territorio circostante.

Gli street artist hanno iniziato a lavorare a novembre 2016, e alcuni di loro stanno ancora terminando le opere.

Ma scopriamo più da vicino luoghi e protagonisti di questa importante opera di valorizzazione, sfogliando direttamente la Gallery qui sotto.

In zona Ottavia, e precisamente in via Casorezzo, il collettivo uruguaiano Licuado ha realizzato “I guardiani di Ottavia”, che tratta il tema dell’infanzia, con riferimento al vicino Ipogeo degli Ottavi e alla presenza nella zona del carcere minorile di Casal del Marmo.

 

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Nei pressi della via Appia, antica strada di sepolcri e mausolei, Camilla Falsini ha dipinto La vita e la Morte, in cui i bucrani richiamano le decorazioni dei monumenti funebri (via L. Mariani).

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Mauro Pallotta, noto come Maupal, prende in prestito e unifica in una sola immagine due simboli della città: l’obelisco, legato alla storia ufficiale, e il nasone di tradizione popolare. Il murales si trova in via P. Rosano, alla Romanina.

 

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Per il suo Martirio di Rufina e Seconda, uccise in questa zona nel 257 d.C., lo street artist Lucamaleonte si ispira al dettaglio di un quadro del 1625 e alla pianta di bosso, dalla quale il quartiere di Boccea prende il nome.

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In via di Boccea Veks Van Hillik si è cimentato con Shewolf Queen. La presenza della lupa è un riferimento piuttosto chiaro, mentre il coniglio e il grano richiamano l’Agro romano il legame con la Natura, legame ben radicato anche grazie alla presenza del parco del Pineto e del parco della Cellulosa.

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In via Aurelia, all’uscita del GRA San Pietro/Vaticano, Julieta XLF raffigura due immagini mitologiche che, con la loro iconografia e il loro stile, sembrano strizzare l’occhio al mondo etrusco e orientale.

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Chekos è intervenuto a Tor Vergata, in via della Sorbona, con l’opera “Ventrem feri Imperium”, colma di riferimenti alla Storia di Roma ei legami con la Campania Felix.

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Koz Dos, Nicola Alessandrini e lo stesso Diavù stanno invece dando gli ultimi ritocchi ai loro lavori, rispettivamente in via Damone (La Rustica), in via Collatina e in via Guglielmi a Torrino Mezzocammino.

Per protezione dagli agenti atmosferici e per facilitare la cancellazione di eventuali scritte realizzate da qualche invidioso e poco talentuoso graffitaro, le opere saranno ricoperte con una ”cera” speciale.  

Ogni realizzazione è corredata anche di una targa con un QR Code attraverso il quale  accedere al sito web del progetto e alle schede delle opere.