GRAArt, Maupal - Obelisco nasone work in progressSai che a Roma… con GRAArt il Grande Raccordo Anulare si trasforma in Art Gallery?

Già, perché grazie a questa iniziativa ben 10 luoghi, selezionati lungo il percorso del raccordo, vengono riqualificati grazie alla Street Art. Svincoli, sottopassaggi o discariche abusive, non importa. Grazie a GraArt e all’impegno dell’Anas e del MiBACT questi angoli desolati di periferia si trasformano in “luoghi naturali per lo sviluppo dell’arte contemporanea”, assicura il ministro Franceschini.

Il merito del progetto va allo street artist Diavù (David Vecchiato), quello delle donne sulle scalinate di Roma, per capirci, dei ritratti di Anna Magnani, Pasolini e Monica Vitti. Direttore artistico di GRAAr, Diavù è anche l’ideatore del progetto MURo (Museo di Urban Art di Roma), fondato sul concetto di un museo completamente integrato nel tessuto sociale e nello spirito dei luoghi. E, in un certo senso, possiamo considerare MURo come il papà di GRAArt.

I 10 murales di GRAArt, realizzati da artisti italiani e internazionali, si ispirano a storie e miti locali, mettendo in rilievo il legame del GRA con il territorio circostante.

Gli street artist hanno iniziato a lavorare a novembre 2016, e alcuni di loro stanno ancora terminando le opere.

Ma scopriamo più da vicino luoghi e protagonisti di questa importante opera di valorizzazione, sfogliando direttamente la Gallery qui sotto.

In zona Ottavia, e precisamente in via Casorezzo, il collettivo uruguaiano Licuado ha realizzato “I guardiani di Ottavia”, che tratta il tema dell’infanzia, con riferimento al vicino Ipogeo degli Ottavi e alla presenza nella zona del carcere minorile di Casal del Marmo.

 

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Nei pressi della via Appia, antica strada di sepolcri e mausolei, Camilla Falsini ha dipinto La vita e la Morte, in cui i bucrani richiamano le decorazioni dei monumenti funebri (via L. Mariani).

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Mauro Pallotta, noto come Maupal, prende in prestito e unifica in una sola immagine due simboli della città: l’obelisco, legato alla storia ufficiale, e il nasone di tradizione popolare. Il murales si trova in via P. Rosano, alla Romanina.

 

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Per il suo Martirio di Rufina e Seconda, uccise in questa zona nel 257 d.C., lo street artist Lucamaleonte si ispira al dettaglio di un quadro del 1625 e alla pianta di bosso, dalla quale il quartiere di Boccea prende il nome.

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In via di Boccea Veks Van Hillik si è cimentato con Shewolf Queen. La presenza della lupa è un riferimento piuttosto chiaro, mentre il coniglio e il grano richiamano l’Agro romano il legame con la Natura, legame ben radicato anche grazie alla presenza del parco del Pineto e del parco della Cellulosa.

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In via Aurelia, all’uscita del GRA San Pietro/Vaticano, Julieta XLF raffigura due immagini mitologiche che, con la loro iconografia e il loro stile, sembrano strizzare l’occhio al mondo etrusco e orientale.

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Chekos è intervenuto a Tor Vergata, in via della Sorbona, con l’opera “Ventrem feri Imperium”, colma di riferimenti alla Storia di Roma ei legami con la Campania Felix.

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Koz Dos, Nicola Alessandrini e lo stesso Diavù stanno invece dando gli ultimi ritocchi ai loro lavori, rispettivamente in via Damone (La Rustica), in via Collatina e in via Guglielmi a Torrino Mezzocammino.

Per protezione dagli agenti atmosferici e per facilitare la cancellazione di eventuali scritte realizzate da qualche invidioso e poco talentuoso graffitaro, le opere saranno ricoperte con una ”cera” speciale.  

Ogni realizzazione è corredata anche di una targa con un QR Code attraverso il quale  accedere al sito web del progetto e alle schede delle opere.