Chi sono i buzzurri?

OLYMPUS DIGITAL CAMERASai che a Roma… a volte siamo tutti un po’ buzzurri? Oppure no? Chi sono, esattamente, i buzzurri? Il termine BUZZURRO, usato oggi per identificare una persona rozza, ignorante e volgare, in origine indicava i montanari svizzeri che, durante l’inverno, arrivavano a Roma per pulire i camini e per vendere le “callaroste” (castagne arrostite), il castagnaccio e la polenta. La parola infatti deriva dal tedesco antico Butzen (odierno Putzen = ripulire). Dopo il 1870 BUZZURRO fu utilizzato in modo più generico, e in senso dispregiativo, in riferimento ai settentrionali italiani (soprattutto piemontesi e lombardi) che si trasferirono nella nuova Capitale.

La pioggia di petali al Pantheon 8 giugno

Sai che a Roma… al Pantheon piovono petali?
Succede nel giorno della festività della Pentecoste, e si tratta di una celebrazione molto antica, esistente già nell’Altomedioevo e, sembra, da far risalire addirittura al 13 maggio del 609 d.C., anno in cui il Pantheon fu donato dall’imperatore Foca a papa Bonifacio IV e dedicato a Sancta Maria ad Martyres. Durante la messa papale della Pentecoste, dal cosiddetto oculus della cupola del Pantheon, ovvero Santa Maria ad Martyres, si faceva cadere sui fedeli una pioggia di petali di rosa, a simboleggiare la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli.

A partire dal 1995 questa tradizione è stata recuperata, ma al giorno d’oggi la suggestiva pioggia di petali non avviene più durante la cerimonia, bensì al termine della funzione delle 10.30 (e quindi tra le 11.30 e le 12.00).

A rendere possibile questa meraviglia che incanta romani e turisti è il sapiente intervento dei Vigili del Fuoco, che dopo essere saliti in cima alla cupola (43,44 metri di altezza) lasciano scendere sui fedeli migliaia di petali di rose rosse, che poeticamente rappresentano le fiammelle con cui, secondo le Scritture, si era manifestato lo Spirito Santo. Per arrivare fino all’apertura (9 metri di diametro) che caratterizza la copertura di uno dei monumenti più famosi del mondo, i Vigili utilizzano scale interne e passaggi angusti, trasportando i sacchi di tela che contengono circa 7 milioni di petali di rose offerte dal Comune di Giffoni Valle Piana (SA).

 

 

Sta casa pare ‘na neviera! I nevaroli a Roma

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Rocca Priora – Chiesa della Madonna della Neve

Sai che a Roma… anticamente, ma ancora fino al XX secolo, c’erano i nevaroli? I nevaroli si occupavano di raccogliere, conservare, trasportare e infine vendere la neve!

A suon di palate, il nevarolo riempiva un carro profondo e trasferiva poi il prezioso carico in cantine o grotte le cui aperture dovevano essere limitatissime per evitare che il freddo si disperdesse. Con lo stesso scopo questi ambienti venivano chiusi in modo quanto più possibile ermetico. La neve veniva compattata attraverso le operazioni di “pestaggio” e i diversi blocchi erano mantenuti separati e isolati termicamente con l’aiuto della paglia. Con l’arrivo del caldo la neve, divenuta ormai ghiaccio, veniva tagliata in pezzi più piccoli, più facili da trasportare e più vendibili.

Ovviamente il luogo d’elezione per l’approvvigionamento di neve per la Capitale erano i Castelli Romani, dove i pozzi di Rocca Priora e Rocca di Papa erano i più famosi. A Rocca Priora la neve era considerata una importante risorsa e una benedizione, tanto che alla fine del XVI secolo venne costruita una cappella dedicata proprio alla Madonna della Neve e dove poter pregare o ringraziare per la caduta del prezioso bene. Nel 1660 la cappella fu ingrandita diventando una vera e propria chiesa, ancora esistente.

Altri importanti pozzi per la neve si trovavano anche a Monte Flavio e a Monte Gennaro, ma quelli tuscolani erano senza dubbio più comodi, in virtù della loro vicinanza a Roma. Strutture di questo genere erano piuttosto conosciute a Roma, tanto che quando un romano entrava in una casa particolarmente fredda, l’esclamazione di rito recitava “Sta casa pare ‘na neviera!

Nel XVII secolo i venditori ambulanti di neve, protetti tradizionalmente da San Sebastiano, si aggiravano per la città al grido tipico e vagamente poetico di “Chi volentieri il bon vin fresco beve, eccovi qui la fresca e bianca neve!”

In tempi più recenti, i nevaroli furono “rimpiazzati” dagli operai della Fabbrica del Ghiaccio, legata allo stabilimento della Birra Peroni, nell’area di piazza Alessandria. Da qui le colonne di ghiaccio venivano trasportate in città attraverso dei tipici carri arancioni, trainati da imponenti cavalli da tiro e i pezzi di questi colossali ghiaccioli erano acquistati da osterie, macellerie, trattorie e anche da semplici privati, che iniziavano ormai ad avere ognuno la sua personale ghiacciaia, nella quale conservare il ghiaccio e, con esso, il freddo.

Aperti i Giardini del Quirinale 2 giugno

Giardini del Quirinale (foto di Nino Raimone)

Giardini del Quirinale (foto di Nino Raimone)

Sai che a Roma… il 2 giugno, giorno in cui si festeggia la Festa nazionale della Repubblica italiana, i bellissimi Giardini del Palazzo del Quirinale sono aperti gratuitamente al pubblico? L’accesso è consentito dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (ingresso libero).

I Giardini del Quirinale occupano un’area di circa 4 ettari, al cui interno puoi ammirare una ricca varietà di piante e di specie arboree, ma anche statue e gruppi scultorei di grande pregio artistico, sapientemente disseminati tra le quinte scenografiche del parco.

Alcune fontane, come quella delle Tartarughe o quella delle Bagnanti, colpiranno sicuramente la tua attenzione, ma, a nostro avviso, quello che assolutamente non dvi farti sfuggire è la splendida vista su Roma di cui si gode dall’area dell’eliporto.

Da questa stessa terrazza è visibile anche la famosa Fontana dell’Organo, caratterizzata da un ricco apparato decorativo, ma soprattutto da uno speciale dispositivo che permetteva all’organo di azionarsi tramite la caduta dell’acqua. L’organo, tra l’altro, è ancora funzionante.

Labirinto nei giardini del Quirinale. Foto da quirinale.it

Labirinto nei giardini del Quirinale. Foto da quirinale.it

Da ammirare, ancora, il suggestivo labirinto di bosso (che, anche se sembra strano, è l’unico labirinto di Roma!), la particolarissima Casina Svizzera e, per gli appassionati di rose (che in questo periodo possono godere anche delle meraviglie offerte dal Roseto Comunale), l’area che raccoglie alcune importanti varietà di rose botaniche, alcune vecchie rose, rose rampicanti e alcuni ibridi.

Durante l’anno è possibile visitare i Giardini prendendo parte, a pagamento, alle visite guidate del Quirinale e scegliendo il secondo itinerario di visita. Infine il sito del Quirinale mette a disposizione anche un tour virtuale dei Giardini.

 

Quando:  il 2 giugno di ogni anno, dalle 15.00 alle 19.00

Dove:  piazza del Quirinale