La birra dei Romani antichi

birra4-300x225Sai che a Roma… già i Romani antichi conoscevano la birra? In realtà la birra era conosciuta già molto prima dei Romani… ed è nata per caso!

L’orzo, di cui la birra è composta, è stato il primo cereale coltivato dall’uomo. Dalla coltivazione all’idea di creare delle riserve, il passo fu breve, ma  vermi e roditori, che cercavano a loro volta di sfruttare queste scorte, resero necessarie alcune sperimentazioni! Tra le prove di conservazione messe in atto, si giunse quindi al tentativo di mettere i grani d’orzo nell’acqua. La natura fece il suo corso, e i lieviti il loro lavoro: l’intruglio così creato iniziò a fermentare, e gli effetti benefici ed “euforizzanti” di questa specie di birra primordiale furono subito apprezzati dall’uomo, ed anzi attribuiti a un superiore intervento divino.

Le prime attestazioni certe riguardanti la birra (che però doveva essere nata molto prima, probabilmente intorno al VII millennio a.C.)  risalgono ai Sumeri, addirittura nel 3.700 a.C. (anno più, anno meno…!),  in un documento (una tavoletta d’argilla conosciuta come “monumento blu”) che menziona la birra tra i doni offerti alla dea Nin-Harra. Sappiamo inoltre che i Sumeri consumavano birre di diversi tipi, e che avevano già una legislazione in materia di birre: il Codice di Hammourabi (1728-1686 A.C.) prevedeva addirittura la condanna a morte (per annegamento) per chi non avesse rispettato le leggi sulla  fabbricazione e per chi avesse aperto un locale di vendita senza autorizzazione.

I Babilonesi proseguirono e affinarono la tradizione birraia  dei Sumeri, arrivando a produrre ben 20 varietà di birra.

Anche gli Egizi erano grandi estimatori e consumatori di birra, tanto che nella loro cultura riconoscevano a Osiride, protettore dei morti, il merito dell’invenzione della bevanda, chiamata zythum. Della birra esaltavano le proprietà curative , e l’arte di produrre birra era insegnata nelle scuole superiori ancor prima della lettura e della scrittura.

I Greci di certo, pur non producendola, non ignorarono la birra, che chiamavano, mutuando il nome direttamente dagli Egizi, zythos. Essa veniva consumata in special modo nel corso delle cerimonie tutte al femminile in onore di Demetra, gran Madre della Terra, nonché in concomitanza con i giochi olimpici, durante i quali il consumo di vino era proibito.

E veniamo ai Romani. Nell’antica Roma la birra era una bevanda conosciuta e consumata, ma in realtà fu sempre il vino a farla da padrone: la birra era infatti considerata una bevanda pagana e plebea, tanto che lo storico Tacito, nell’87 d.C., paragona la birra consumata dalle popolazioni germaniche al vinus corruptus, cioè andato a male! Non tutti erano dello stesso parere, però, in quanto sappiamo che alcune ville erano dotate di piccole birrerie private! Lo stesso Augusto apprezzò la birra, se non come bevanda almeno come medicinale, in quanto proprio grazie ad essa il suo medico Musia lo curò dal mal di fegato. E ancora sappiamo che Nerone fece un ampio uso di birra, che riceveva  in dono da Silvio Ottone,  marito della celebre Poppea, che l’Imperatore aveva sapientemente spedito in Portogallo per potergli rubargli la moglie indisturbato!  Era ovviamente birra della penisola iberica, la cerevisia, e Nerone fece addirittura giungere a Roma uno schiavo lusitano, abile mastro birraio, che gli preparasse la graditissima bevanda. E del resto il termine “birra” deriva proprio dal verbo latino bibere (bere), mentre cerveca, la parola con cui si indica la birra in Spagna, deriva la sua matrice dalla dea latina Cerere (Ceres in latino, e non è un caso che sia anche il nome di una nota birra…!), che altri non è (ulteriore “coincidenza” non casuale!) se non il corrispettivo latino della dea greca Demetra. Inoltre Plinio, nel XXXVII libro della Naturalis Historia ci informa su un particolare impiego della birra nella cosmesi femminile per la pulizia del viso e come nutrimento per la pelle. Nonostante l’altalenante successo di cui godette nella nostra penisola e a Roma, nelle aree periferiche dell’Impero la birra continuò ad essere prodotta, e, ovviamente, le popolazioni germaniche e dei territori non adatti alla coltivazione della vite, introdussero importanti novità nella pratica brassicola.

Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, in Italia “caddero” anche la produzione e il consumo di birra, che nel periodo medievale rimase confinata quasi esclusivamente all’ambito monastico, finché, nel 1527, essa non fu reintrodotta nel corso del famigerato sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi. Il suo consumo continuò comunque a trovare ampie resistenze fino alla metà del XIX secolo. A quest’epoca risalgono infatti le prime fabbriche artigianali, tra cui quella, famosissima, di Giovanni Peroni.